fbpx
Giorgia Sandoni Bellucci - Official Website | La Biennale di Venezia: quando l’arte incontra l’uomo
103
post-template-default,single,single-post,postid-103,single-format-image,cookies-not-set,eltd-core-1.0.3,ajax_fade,page_not_loaded,,borderland-ver-1.8.1, vertical_menu_with_scroll,smooth_scroll,paspartu_enabled,paspartu_on_top_fixed,paspartu_on_bottom_fixed,wpb-js-composer js-comp-ver-4.11.2.1,vc_responsive,elementor-default

La Biennale di Venezia: quando l’arte incontra l’uomo

La Biennale di Venezia: quando l’arte incontra l’uomo

Dopo aver recuperato dodici ore di sonno finalmente posso scrivere un commento decente sulla giornata di ieri…Innanzitutto tutte le volte che ci vado e poi torno a casa, continuo a chiedermi come non si possa amare Venezia. Veramente. Puzza di muffa? No, profuma di antichità. E di un pizzico di magia. Assomiglia ad un gigantesco museo continuativo sull’acqua. E anche se è asfissiata dai turisti e gode della linea di vaporetti più cara e lenta del mondo, col sole e venti gradi a fine ottobre a passeggiare in mezzo ai giardini della Biennale, mi sembrava di stare dentro una scena descritta da D’Annunzio.

Era dai tempi dell’album delle figurine Panini che non investivo così bene quattordici euro: trenta padiglioni di arte internazionale, per soddisfare anche i palati più raffinati. Che poi al di là del contenuto delle singole proposte, io ho apprezzato l’atmosfera che le accomunava tutte: la volontà di fare arte in un’epoca che spesso tale volontà sembra averla superata. E soprattutto di farla insieme: attraverso un percorso sensoriale ed emotivo che lega gli uomini tra di loro, (anche attraverso performance dal vivo all’interno del Padiglione centrale) li interroga sulla propria natura (ad esempio riguardo la tirannia del lucro nel padiglione Russia) e su quella esteriore, per preservarla e trasformarla (bellissime e numerose le esposizioni che riguardano la creazione di spazi green soprattutto nei padiglioni dei paesi nordici). La Biennale di Venezia è come un enorme circolo di Mecenate che accoglie gli artisti sopravvissuti all’odissea della post modernità e offre loro la possibilità di esprimere liberamente le intuizioni riguardo la nostra realtà. E a noi lo stesso.

Perché quando entri là dentro, tu stesso diventi parte del grande sistema e partecipi attivamente alla creazione. Sei la moneta che attiva la doccia di Vadim Zakharov e l’ascoltatore delle bombe inesplose di Zsolt Asztalos. Diventi parte dell’ingranaggio. Insomma, sei arte.

Giorgia Sandoni Bellucci
No Comments

Post a Comment