Scacco matto

Siamo tutti ministri della nostra scacchiera: ci muoviamo lungo colonne e traverse di notti bianche e giorni neri, crocevia di peste e benedizione che ci costringono ad adottare la nostra personale strategia. A volte il destino ci invita a sederci a tavolino, ci induce a scegliere da che lato del mondo giocare, a schierare i nostri pezzi e a nutrirci degli sbagli del nostro rivale, indipendentemente da chiunque decida di concederci una partita. La frenesia del gioco ci sommerge e allora succede di voler battere chi in gioco ha deciso di scendere soltanto per noi. Accecati dalla sete di una rivincita esistenziale, spesso preferiamo scambiare il nostro unico alleato con l’avversario. La guerra diventa un vizio compulsivo a cui non sappiamo più rinunciare; più ci rendiamo conto di quante pedine l’altro sia disposto a sacrificare in nostro onore, più cresce dentro di noi la voglia di annientarlo definitivamente sul campo di battaglia.  Perché l’amore a volte gioca scorretto e usa tattiche incomprensibili: spesso dietro il desiderio irrefrenabile di vincere l’affetto di qualcuno si nasconde la paura altrettanto incontenibile di esserne vinti a nostra volta. Nel gioco della vita la vittoria non si ottiene soltanto avanzando di caselle, o catturando i consensi del nostro concorrente pezzo dopo pezzo, ma soprattutto è inutile preoccuparsi di nascondere i nostri sentimenti e mandare il cuore in arrocco, quando si è sotto scacco matto. A volte dovremmo piuttosto essere capaci di scardinare il nostro orgoglio dalla scacchiera degli eventi e ammettere la resa; perché l’amore ricordiamocelo, può essere la più dolce delle sconfitte.