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Giorgia Sandoni Bellucci - Official Website | The EX factor
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The EX factor

The EX factor

È l’antigene sentimentale più diffuso tra la popolazione civile: molto più frequente di quello RH nel sangue e decisamente più difficile da risolvere dell’incognita X in un’equazione matematica; per molti ragazzi il fattore EX rappresenta una parentesi inquietante della propria vita, un rebus all’apparenza davvero privo di soluzione. Quante volte vi è capitato di iniziare ad uscire con qualcuno, di sentirvi a vostro agio, in perfetta sintonia, di rientrare a casa dopo ogni appuntamento talmente soddisfatte da non riuscire a levarvi il sorriso dalla faccia neppure davanti alle litigate con vostra madre, alla lista interminabile di commissioni settimanali appuntate in agenda o al pre appello di dicembre, piazzato a tradimento dal vostro professore di diritto, dieci giorni prima dell’esame? E quante altrettante volte poi, quel qualcuno è sparito nel nulla all’improvviso, con la scusa di non sentirsi pronto a consolidare la vostra frequentazione? Quanti ragazzi hanno ammesso di essere rimasti scottati dalla fine di una relazione avuta molti mesi prima e di non essere ancora in grado di mettere insieme i pezzi e darci dentro col super attack? Tutta colpa di quella vostra coetanea stronza che gli ha trafitto il cuore col tacco dodici quando una sera dal nulla, dopo una storia secolare, lo ha brutalmente scaricato in fin di vita al capezzale della sua mini: rossa, come il sangue versato in anni e anni di relazione-prelievo. Una che magari conoscete e contro la quale inveite mentalmente ogni qual volta vi capiti di incontrarla in discoteca, o al contrario una sconosciuta avvolta da un velo di mistero e di avvenenza virtuale; immortalata in uno scatto mozzafiato sull’immagine del profilo di Facebook. Insomma, che vediate l’ex del vostro ragazzo come una sciacquetta, un po’ bruttina e pure antipatica e vi chiediate come diavolo abbia fatto a stregarlo, o al contrario la dipingiate come una strafica con due metri di gamba ed il sorriso sempre stampato sulle labbra, una di quelle talmente belle da suscitarti più complessi d’inferiorità che Bridget Jones, poco importa: in ogni caso la odierete, e non potrete fare a meno di instaurare dei paragoni con lei, a partire dalla taglia di reggiseno, finendo col voto di laurea e le Jeffrey Campbell che, di tanti modelli e colori disponibili nella stagione estiva, state sicure avrà acquistato esattamente uguali alle vostre! Comincerete a domandarvi che cosa vi accomuna e che cosa invece assolutamente vi allontana da quella vipera e la convinzione che ciò che vi distingue da lei sia il motivo per cui il vostro “lui” non riesce a darvi la relazione che cercate, la stessa che invece ha condiviso con l’altra così a lungo, vi toglierà il sonno di notte.  Ma la domanda che dobbiamo porci è davvero che cosa abbia in più di noi quella maledetta ex, o forse che cosa abbiano in meno di noi i ragazzi? Tutti abbiamo delle storie: uomini e donne. Alcune cominciano, altre finiscono; altre ancora vanno avanti, senza nemmeno sapere di esistere. Tutti noi siamo in grado di amare (fino a prova contraria), tutti intraprendiamo rapporti sentimentali, ci emozioniamo, ne soffriamo e infine, se costretti dalle circostanze, a volte li chiudiamo per sempre. Ma allora, se è vero che tutti abbiamo avuto storie deludenti, perché noi altre, chiusa una relazione, siamo in grado realmente di andare avanti ed invece i nostri compari del sesso opposto fanno una fatica bestiale a fare i conti con il proprio passato? Certo, bisogna sempre tener conto di come una storia sia finita: le reazioni subite quando siamo gli artefici di un taglio netto, piuttosto che le vittime, sono molto diverse tra di loro, e questo vale per entrambi i sessi. Quando si viene lasciati, inevitabilmente occorre tempo prima di essere pronti a gettarsi in pasto alle variabili di una nuova frequentazione. Ma per la nostra esperienza, ci verrebbe da dire che gli uomini hanno comunque un tempo di cicatrizzazione molto più lungo, rispetto a noi donne. E allora ci viene da chiederci che razza di megera dovesse essere questa famigerata ex fidanzata, per avergli ridotto il cuore a polpette; per aver fatto loro passare qualsiasi voglia di innamorarsi. Ed ecco che quello dell’ex diventa un fantasma evanescente che scompare e poi riappare a tratti, come uno spauracchio sventolato sotto il nostro naso per spaventarci e farci scappare a gambe levate onde evitare che  possiamo affezionarci a loro e contagiarli col nostro amore. Già, perché la miglior difesa è sempre l’attacco e farci credere che anche noi li faremo soffrire esattamente come hanno fatto le precedenti fidanzate, o al contrario che noi non potremo mai equivalerle o superarle, è molto più comodo che prendere il cuore in una mano e le palle nell’altra ed ammettere che siamo tutte persone diverse, come diverse si prospettano necessariamente le nuove storie, considerando (per fortuna) che ognuna di queste è sempre unica nel suo genere. Ci provano sempre gli uomini dopo la fine di una relazione, a tenerti a distanza, neanche fossi un virus. Tornati single, alcuni da pantofolai si trasformano in principi della notte, altri diventano degli stacanovisti accaniti e si rifugiano dietro una fortezza di impegni lavorativi, altri ancora riempiono ogni “buco” settimanale a forza di patatine, birretta e derby, poi nel weekend finiscono con lo scambiare il privè della discoteca per un harem e si circondano di avventure occasionali. Ragazzi che a più di vent’anni hanno avuto soltanto una relazione stabile nella loro vita, spesso intrapresa coi primi accenni di barba e finita con la nascita del rasoio a tre lame, che stanno ancora lì a leccarsi le ferite in un angolo del locale e a rimorchiare tipette basta sia, giusto per ovviare ai bisogni fisiologici del proprio corpo, piuttosto che venire a patti con quelli dell’animo. E allora ancora una volta ti domandi se la ragazza con cui stava prima, potesse davvero avergli ucciso un parente, amputato una gamba, incendiato l’auto, rubato in casa. No, niente di tutto questo. Nella maggior parte dei casi, dopo esserti prestata come consulente psichiatrica, oltre che come amante, vieni a scoprire che i motivi per cui la sua precedente relazione è finita, non sono così distanti da quelli per cui è terminata anche la tua. Tradimenti, routine, distanza, apatia. Quando le storie tra gli uomini e le donne finiscono, finiscono per gli stessi identici motivi. Ma allora perché noi altre, che apparentemente dopo la fine di una storia sembriamo sempre quelle più emotivamente instabili, quelle che trangugiano etti ed etti di gelato davanti a quel gran manzo di Patrick Swayze che ci ricorda quanto incredibilmente stronzo e per niente perfetto fosse il nostro ex (sfortunatamente) non morto, quelle che la sera si rintanano sotto il piumone con l’ipod nelle orecchie, un pacco formato maxi di fazzoletti Tempo e le note strappalacrime della Pausini e di quell’idiota di Tiziano Ferro, che continua a ripeterti, levando strozzati alti e bassi, che “l’amore è una cosa semplice”, dopo un mesetto di crisi isteriche ed un paio di chili in più sulle cosce, alla fine stringiamo i denti e siamo sempre pronte a rimetterci in gioco, mentre i ragazzi, tutti impegnati a mantenere il petto gonfio e la cresta ben alzata, spesso ne escono in condizioni peggiori che se fossero passati dentro un tritacarne? Forse perché noi donne fiutiamo il capolinea dei sentimenti ancor prima che questi lo raggiungano e allora ci prepariamo a scendere da quel treno per attuare un cambio? E’ possibile che siamo in grado di ponderare meglio le circostanze, di valutare i pro e i contro, prima di porre fine ad una storia? Ed anche qualora siano gli altri a deciderne per noi l’esito, dopo aver sofferto per la perdita subita, siamo pronte a combattere e a viverci le nostre emozioni, più coraggiose di prima? Siamo noi il sesso forte e gli uomini soltanto dei codardi o forse dobbiamo ribaltare gli stereotipi ed i luoghi comuni, ammettendo che siamo noi a non essere poi così sensibili mentre gli uomini vivono l’amore in maniera più profonda della nostra e per questo motivo risentono per più tempo delle conseguenze di una rottura? Forse che a noi donne ogni relazione sembra assolutamente perfetta al momento, ma nell’attimo in cui poi questa si dissolve, dopo aver versato quattro lacrime, ce ne dimentichiamo immediatamente? Siamo afflitte da amnesia retrograda a breve termine, o a breve cuore? Siamo noi le finte sentimentali o loro i veri pigroni? La verità è che non esiste una reazione universale al dolore, né possiamo supporre, come in tutte le cose, di attuare delle generalizzazioni categoriche di sesso o stirpe: ognuno di noi somatizza la sofferenza a modo suo. Non dobbiamo biasimare chi decide di sotterrare il suo lutto sentimentale sotto una carrellata di relazioni confusionali ed opprimenti, né chi al contrario preferisce isolarsi e mettere il cuore in frigorifero, giusto il tempo di non farlo riscaldare a contatto con il tuo. Nessuno dei due comportamenti pare appropriato in procinto di una nuova relazione, ma entrambi sono inevitabili. Armandosi di buona volontà ed infinita pazienza, quando ci approcciamo ad un uomo, è bene in ogni caso non identificare l’impedimento al nostro successo sentimentale con la persona facente parte del suo passato; riconoscere che il vero problema non sia l’ex del tuo bersaglio, ma al massimo il surrogato di essa ai suoi occhi, l’idolo cristallizzato che è diventata nella sua mente con la rottura ed il passare del tempo, è sicuramente il primo passo verso la scalata del suo smantellamento. Il modo migliore per conquistarlo è innanzitutto quello di colmare i vuoti lasciati dalla fine del suo rapporto con la tua presenza. Dimostrare ad un uomo quanto tu valga nella tua personalità e nella tua particolare specialità è la mossa vincente per cancellargli dall’anticamera del cervello tutte le sue precedenti interazioni o perlomeno per permettergli di archiviarle definitivamente. Levati dalla testa che qualcuna possa essere stata migliore di te, o che addirittura tu possa incappare negli stessi errori di un’altra! Tu sei unica, nel bene e nel male ed unici saranno i tuoi vanti e i tuoi errori. Questo devi dimostrargli giorno per giorno senza inibizioni, senza pregiudizi e (soltanto in un’ultima istanza) senza trucco. Per quanto il fattore EX a primo impatto appaia come difficilmente debellabile, e assomigli più ad un morbo che ad un tarlo, non disperate, ma vaccinatevi: somministrate al vostro paziente una cura preventiva di affetto in pillole ed un’iniezione di coraggio puro in vena.

Giorgia Sandoni Bellucci
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