
L’aura
«Erano i capei d’oro a l’aura sparsi».
(F.Petrarca,Canzoniere XC).
Erano i capelli di Laura
gialli
sparsi all’aria
di una periferia lontana da Equitalia.
Due rose fresche di botulino
sbattute contro il mondo
come le sbarre di un casello
autostradale
come le serrande chiuse al mattino.
E Laura combatte lo spread
a colpi di scrub e bicarbonato
poi compra scuse col 3×2
al supermercato.
Laura piange ma non parla,
tardi rincasa
gli occhi come due satelliti
sparati in cielo dalla NASA.
La fame di uno specchio
mangia Laura di riflesso
scava il verme nella polpa
come mela, come colpa.
Tra il Dow(n)jones e le azioni Mittel
è due ciglia, un po’ di rimmel
qualche anno e due lamette
che per Laura son carezze.
Laura all’aria le ore piccole butta
malinconie bulimiche aggiusta
sulle panche vuote degli oratori
fra le gru dei piani regolatori.