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Giorgia Sandoni Bellucci - Official Website | Tunisia: la rivoluzione di Amina.
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Tunisia: la rivoluzione di Amina.

Tunisia: la rivoluzione di Amina.

Tunisia: la rivoluzione di Amina.

Le vicende che ultimamente ruotano attorno al personaggio di Amina e al coraggioso cambiamento che questa ragazza rappresenta o potrebbe rappresentare per il suo paese, mi hanno fatto riflettere parecchio su che cosa significhi essere donna in Italia al giorno d’oggi. La verità è che in un paese come il nostro, profondamente imbevuto di vecchi pregiudizi religiosi e di un moralismo borghese che sembra impossibile sradicare, una donna o è moglie o è troia. Se non sei moglie e non sei troia, sei femminista. E allora si salvi chi può! Perché se vai dall’estetista una volta alla settimana e il venerdì sera indossi il push-up in Italia sicuramente lo fai per sedurre un uomo e quindi sei una zoccola superficiale, così come se fai la ragazza immagine in un locale per forza devi essere una escort, un’infedele, una facile. Se al contrario ti vesti da fricchettona trasandata, il reggiseno neanche lo indossi e non hai mai fatto una ceretta in vita tua, quasi quasi passi per una intelligente, vagamente informata, e dotata di argomenti, ma probabilmente sei brutta o ti piacciono le donne. Perché una ragazza poco attraente, esteticamente insignificante, può anche essere considerata seria, impegnativa, integra, decisamente più interessata alle questioni profonde di una che mette il tacco dodici per andare a fare la spesa o che va in palestra un’ora tutti i giorni per mantenersi in forma, ma assolutamente non può essere desiderabile. Perfino una moglie di famiglia media che dopo i quarant’anni, con due figli, un marito ed un cane, non ha messo su almeno dieci chili in più del dovuto attorno ai fianchi e non ha gettato nel cassonetto le Prada per le Dr. Sholls (quando va bene) è per forza di cose poco raccomandabile. E’ innegabile. Viva i luoghi comuni e il qualunquismo. Ma sapete qual è la cosa grave? Che non sono più soltanto gli uomini a pensare questo, ma addirittura le donne stesse. Noi altre ci lamentiamo tanto del sistema maschilista cui siamo assoggettate, poi siamo le prime ad assecondarlo: come possiamo cambiare davvero la nostra condizione, se ancora oggi sento ragazze della mia età pensare che le femministe siano un branco di lesbiche, fricchettone, che non indossano il reggiseno e hanno litigato con la ceretta? Se volete indossare liberamente una scollatura, andare dall’estetista una volta alla settimana e leggervi ogni tanto una rivista di moda, senza sentirvi etichettate come donne frivole, preoccupatevi della vostra condizione: rifuggite l’incoscienza e l’ignoranza perché una vera donna è quella ugualmente consapevole delle proprie potenzialità innate e di quelle storicamente acquisite. Non gettate al vento anni di femminismo militante, di importanti conquiste legislative solo per iscrivervi a Uomini e Donne! Per piacere!! Pensate che ci sono state ragazze come voi che sono morte perché oggi possiate mostrare le gambe il sabato sera, per andare fiere della vostra femminilità; pensate che molte ne muoiono tuttora per battersi contro l’imposizione del burka, senza per questo proibirvi di mostrare la bellezza e la sensualità di cui siete state provvidenzialmente dotate. Le vere femministe nel 2013, ricordatevelo il reggiseno non lo bruciano in piazza come negli anni settanta, ma lo indossano con fierezza! Non come strumento del piacere maschile ma al massimo come un baluardo di autocompiacimento: la femminista d’oggi il corpo lo mette in mostra volontariamente, quando e se decide di farlo alle proprie condizioni e non lo vende come una merce; lo esibisce come fosse un dono. Un premio bonus da elargire in aggiunta all’abisso della sua interiorità meravigliosa. Perché una vera donna riconosce che l’estetica da curare, sia prima di tutto quella dell’anima. Ricordatevelo.

Giorgia Sandoni Bellucci
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