La vita alla stazione
Ho sempre nutrito una strana forma di attrazione nei confronti delle stazioni.
Sono luoghi così mostruosi e affascinanti.
Aggrappata ai cappotti dei passanti trafelati, al singhiozzo delle valigie sul pavimento, fra le pieghe dei rifiuti accartocciati agli angoli delle rotaie e lo squallore dei gabinetti pubblici; impigliata in mezzo ai capelli arruffati dei barboni addormentati sulle panchine, la senti scorrere la vita.
Sul cartellone pubblicitario della Vodafone sta stampata a caratteri cubitali la tua precarietà esistenziale a ricordarti che anche tu passerai,
come tutti,
come uno slogan,
come un fottuto treno.