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Giorgia Sandoni Bellucci - Official Website | L’amore ai tempi della mela
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L’amore ai tempi della mela

L’amore ai tempi della mela

 

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Voi direte che si tratta del titolo di una delle canzoni più trash della storia; eppure a distanza di una decina di anni, le parole dei Gazosa sembrano diventate una realtà quotidiana con cui tutti ci ritroviamo a confronto. Facebook, Hotmail, Whatsapp, Imessage, Facetime: al giorno d’oggi la tecnologia ci offre più finestre virtuali sul mondo di quante ne potremmo contare dal novantaseiesimo piano dell’Empire State Building. Gli amici non li incontriamo più al bar per un aperitivo, non andiamo a presentarci al tipo super figo che tutti i venerdì sera negli ultimi tre mesi frequenta i nostri stessi locali notturni, ma gli chiediamo l’amicizia su Facebook. Perché invitare il tuo compagno di università alla tua festa di compleanno con una telefonata, quando anche lui come te ha l’Iphone e puoi inviargli gratis un messaggio con Imessage? E se non sai come far capire al tuo collega che ti piace da impazzire? Gli metti mi piace ad ogni foto profilo che pubblica in bacheca. Ovvio. Così sicuramente non può che accorgersi del tuo interesse. Come percepire i segnali dell’imminente rottura col tuo fidanzato? Controllando gli accessi di Whatsapp. Visto alle 23.30. Alle 23.33 sono già passati tre minuti e lui ha letto il messaggio ed invece di risponderti, è uscito. Oppure è online ma non dà cenni di vita. Non può che farsela con un’altra. Per forza! Insomma, la giungla della “smartlife” è davvero insidiosa: E’ inutile: Ios nuoce gravemente alla tua relazione, anche alla più resistente. Il demone della tecnologia rischia di mettere a repentaglio i nostri sentimenti, di virtualizzarli e renderci automi incapaci di comunicare veramente. Nascondendoci ventiquattro ore al giorno dietro una tastiera ed un touchscreen, finiamo col perdere la nostra predisposizione alla socialità. Le relazioni interpersonali diventano meccaniche, forzate, incanalate dentro a modalità comportamentali standardizzate, a galatei formali decretati dal sistema massmediatico. L’incomunicabilità è di moda ormai da troppi anni. La mia paura più grande è che possa diventare una tendenza irreversibile, un ever green del social system. Ma se non esistono reali processi di interrelazione, non esistono neanche reali scambi di sentimenti. Un mondo che non sa comprendersi, è un mondo che non sa darsi, innamorarsi. La dipendenza social mediatica ci toglie la capacità di emozionarci; svilisce i sorrisi, le lacrime, i baci ad emoticon colorate inviate su uno schermo e tramuta il pianeta in un enorme album di contatti; in un archivio di lettere e cifre che si accontentano qua e là di godere di un volto immortalato a 8 megapixel. Ci illudiamo di entrare nelle vite di milioni di persone sconosciute soltanto attraverso un indirizzo http ed un nome e cognome. Impariamo ad amare, odiare, giudicare le persone che ci circondano sulla base delle canzoni che ascoltano su spotify, dei check-in che eseguono su foursquare, delle pagine di cui diventano fan su Facebook. Grazie ad Iphone, Ipad, Ipod, Itunes e a tutti gli altri mezzi che ci hanno fornito per sviluppare all’infinito il nostro Ego digitalizzato  finiamo col semplificare anche i nostri sentimenti e iniziamo a pensare che un cuore mandato su Whatsapp prima di andare a dormire, significhi molto di più che un abbraccio scambiato faccia a faccia, o che frasi come ti amo o mi manchi pronunciate ad alta voce, siano state assolutamente proibite da qualche sanzione immaginaria. Sarà che la mela è da sempre il frutto del peccato, ma se dovete rischiare l’apatia, allora lasciate perdere la frutta e datevi al kinder maxi. L’amore va risvegliato, non narcotizzato. Che amiate o odiate qualcuno gettate l’iphone, prendete in mano il coraggio e correte sotto casa a urlarglielo, non costruitevi congetture mentali al limite della paranoia solo per colpa di un’impressione virtuale. Perché l’amore non è fatto solo di dita premute sui tasti, ma anche di pelle, di occhi, di sangue che pulsa e aria che manca, di tutti quei piccoli momenti e di quei grandissimi dettagli che rendono la vostra storia degna di essere vissuta a pieno.  Che la mela smangiucchiata se la tengano gli altri, non so a voi, ma a me l’amore piace in macedonia.

Giorgia Sandoni Bellucci
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