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Giorgia Sandoni Bellucci - Official Website | Come cani e gatti
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Come cani e gatti

Come cani e gatti

Fin da piccola sono sempre stata affascinata dagli animali. Forse perché penso che il loro stile di vita non sia poi così diverso dal nostro.

Le personificazioni di George Orwell e della sua fattoria ne sono la prova. Un po’ come quelle dello zio Tobia. Cane, Gatto, Cavallo, Maiale: la nostra società è a tutti gli effetti uno zoo.

C’è chi nasce con le ali e chi con gli artigli.

Chi ha bisogno di vivere in gruppo per sopravvivere e chi invece passa metà della vita in letargo. Chi sa respirare sott’acqua e chi invece nel mare della vita non imparerà mai a nuotare.

Chi sa volare.

Gli Uccelli ad esempio si librano alti nel cielo e possono compiere tragitti lunghissimi. L’importante è che non cadano dal nido o che non perdano di vista il proprio stormo: non sarebbero mai grado di orientarsi da soli, nè di muoversi su due zampe.

Un Uccello senz’ali, è un Uccello morto.

I Cani invece hanno fiuto e cuore da vendere. Sono fedeli, presenti, riconoscenti, ma necessitano di cure costanti e affetto incondizionato. Dipendono fortemente dal giudizio e dalla volontà del loro padrone, che proteggono a costo della vita e sarebbero capaci di ritrovarlo persino in capo al mondo.

Togli a un cane il suo padrone e morirà di solitudine.

I Gatti? Beh, i Gatti sono tutta un’altra storia. Anche se la tradizione popolare lo descrive come una creatura randagia e inaffidabile, il Gatto rimane senza dubbio il mio animale preferito.

Non avrà ali per volare, ma con le sue unghie affilate è in grado di arrampicarsi anche sugli alberi più alti; oltre qualsiasi ostacolo. Il cielo non lo attraversa, ma lo osserva dalla cima del tetto: sempre una spanna d’altezza sopra le teste dei suoi concittadini terrestri. Se cade, cade in piedi. Il mondo lo gira da solo e puoi star tranquillo che un modo di cavarsela lo trova sempre.

Ha nove vite, almeno un miliardo di rimorsi e fallimenti sparsi per strada, eppure chi lo ammazza?Basta un minimo segnale di pericolo ed ecco che tira fuori le unghie e ti soffia contro stizzito. Se gli fai un torto, si allontana per sempre e quando sente che la sua vita sta volgendo al termine, se ne va prima che tu possa vederlo inerme e sofferente. D’altronde detesta dimostrare di avere debolezze, non è capace di condividere il dolore con gli altri sino in fondo e reputa la morte un fatto davvero poco elegante per essere mostrato in pubblico.

Animali eccentrici i felini, sì. Eppure così affascinanti.

Si dice che quando prendi un gatto sia sempre lui a scegliere te e non viceversa. Perché il gatto non ha padrone, solo compagni. Non si addomestica, lo si avvicina e che ti piaccia o no, non sarà mai schiavo della tua volontà. Al massimo sarai tu a sentirti onorato della sua considerazione. Non ha bisogno di abbaiare sguaiatamente o ringhiare per dirti che è rimasto risentito di un tuo comportamento: gli basta uno sguardo.

Affascinanti sì, ma poco simpatici, direte voi.

In ogni caso più leali e sinceri di quanto si possa pensare: forti della loro naturale indifferenza infatti, quando scelgono di farti entrare nella loro vita,  i gatti non lo fanno per necessità, ma per pura elezione. Perché ti ritengono all’altezza del loro destino; degni complici del loro tragitto e non semplici dispensatori del loro vitto quotidiano.

E anche se non ti darà mai la soddisfazione di vederlo ululare alla luna in tua assenza e di tanto in tanto sparirà dalla circolazione per fare i conti con se stesso, il gatto prima o poi tornerà a casa.

Sempre.

Pronto a farti le fusa.

G.

Giorgia Sandoni Bellucci
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