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Giorgia Sandoni Bellucci - Official Website | Scrivimi una canzone
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Scrivimi una canzone

Scrivimi una canzone

«La musica esprime con un linguaggio universalissimo, l’in sè del mondo»

«Senza musica la vita sarebbe un errore».

No, non l’ho  detto io, ma due pezzi grossi della filosofia moderna occidentale come Shopenhauer e Nietzsche.

In effetti non  credo esista al mondo qualcosa capace di trasmettere emozioni più forti di poche note ben accordate. La potenzialità della musica è davvero immensa. Pensate a Tiziano Ferro e alle sue canzoni da solecuoreamore. Persino lui, quando lo passano alla radio in certe giornate  no, riesce a strapparmi una lacrimuccia di commozione.

Anche quando sono scritte come se si stesse giocando a Scarabeo, le canzoni hanno il potere di arrivare al cuore più velocemente di qualsiasi altro mezzo espressivo. E lì restano, a volte anche per tutta la vita. Diventano le colonne sonore della nostra storia; la meravigliosa rappresentazione del nostro divenire. Una delle poche possibilità che abbiamo per riavvolgerlo. Perché se è vero che  l’esistenza è un viaggio che vale la pena di essere ricordato, non ci sono momenti importanti che non vengano accompagnati da un degno sottofondo.

Ecco quindi che a sopresa persino il nostro pluri-deplorato Titti e i suoi testi anagrammati possono trovare posto dentro le nostre playlist preferite. Anzi direi che il  bello della musica stia proprio  qui: nel fatto che a volte certi pezzi si attaccano alle esperienze della tua vita, senza chiederti il permesso; senza che tu lo voglia. Sarei ipocrita se dicessi che tutti i miei ricordi sono legati solo ad album dei Rolling Stones o degli Aerosmith. Diciamo la verità:  a volte si verificano delle eccezioni vistose e  imbarazzanti, che finiscono per fare dubitare dei propri gusti discografici, anche il più snob tra gli ascoltatori.

La prima  eccezione riguarda la solidarietà geografica: Bruce Springsteen resterà per sempre nel mio cuore, ma quando sento cantare uno che parla come me, già mi sembra di essere a casa. Nessuno quindi mi provi a toccare Cesare Cremonini. Non me ne frega niente se ormai Squérez lo trovi dentro al pacco delle patatine, perché con quella zeta dolce e quella esse spinta che si ritrova, Ce potrebbe cantarmi anche Le tagliatelle di Nonna Pina, che io gli comprerei  lo stesso l’album.

La seconda eccezione nasce da un disturbo psico-affettivo di natura nostalgico-infantile, che con il benestare di Freud potremmo definire: bimbominchite retrograda.

In poche parole  ci sono canzoni che, per quanto discutibili dal punto di vista qualitativo, ci richiamano inequivocabilmente la nostra tenera infanzia e che per questo non potranno mai apparirci così orripilanti quanto in realtà sono. Appartengono a questo gruppo di eccezioni quasi tutti i pezzi delle Spice Girls, dei Cartoons, degli Eiffel 65, dei Backstreet Boys e così via per più della metà delle band anni 90. Come potrei dimenticare l’estate dei dodici anni, coi capelli biondo platino, dieci chili in più sparsi per il corpo, una cintura di paillettes strizzata in vita e gli 883 nelle orecchie a tutto volume. Che bei ricordi! Sarò stata anche vergognosa, ma facevo proprio bene ad ascoltarli: perchè quelli erano davvero gli anni delle immense compagnie e del motorino sempre in due. Anzi, senza quelle canzoni, canticchiate sotto le stelle, probabilmente certe serate non avrebbero avuto lo stesso sapore. Alla fine tutto fa brodo: tappetini nuovi e Arbre Magique compresi.

La terza eccezione è rappresentata dalle canzoni da mestruo. Queste canzoni non hanno possibilità di retrocessione o promozione. Sono quelle e quelle resteranno per sempre. Mi riferisco a quei grandi classiconi tipo I’m a bitch di Meredith Brooks o Girls just wanna have fun di Cindy Lauper e jingle da spot di Tezenis e della Lines affini che – tu non sai perché – ma durante gli sbalzi ormonali ti fanno sentire figa e invincibile, anche se hai appena svuotato il frigorifero in preda ad un calo di zuccheri, un’eruzione cutanea ti sta riducendo la faccia ad uno scolapasta e ti viene da piangere solo guardando le pubblicità.

Le canzoni da mestruo sono la miglior siringata di autostima messa a punto dal genere umano, per ritemprare l’animo di una ragazza dopo il push up e gli specchi di H&M. Un antidepressivo naturale contro gli estrogeni prepotenti, le rotture col fidanzato, i complessi d’inferiorità nei confronti delle ex e tutte quelle situazioni in cui, camminando per la strada, abbiamo bisogno di sentirci più sexy di Carrie Bradshaw sulla Fifth Avenue. Amiche, non vergognatevi ad ammetterlo: una vera donna sa sempre quando è tempo di mettere in pausa la musica seria e attaccare col pop rosa pesante. Ciclo o non ciclo.

Infine, ci sono le canzoni tabù.

Queste più che costituire un’eccezione imbarazzante, generano un problema tecnico: l’impossibilità fisica e mentale di affrontarne la riproduzione acustica volontaria o accidentale. Le canzoni tabù non seguono criteri di logica o di stile, ma dipendono dalle circostanze e dalla sensibilità di ognuno di noi. In ogni caso si tratta di tutte quelle tracce che ci riportano alla mente fatti, cose o persone con cui non siamo capaci di fare i conti. Sono quei pezzi che ti sei ritrovata ad ascoltare in macchina con lui a notte fonda, o che passavano nel locale la sera che ti ha attaccato bottone. Sono le canzoni che per una serie di fortuite coincidenze, ogni volta che le senti, ti riportano col pensiero alla sua faccia.  Le stesse che hai ascoltato in repeat per intere settimane e che – finita la vostra storia – hai accuratamente sotterrato nella playlist più angusta e desolata di Spotify, sperando che così facendo morisse soffocato lui, Thom Yorke e tutto quel che c’è stato tra di voi in un sol colpo.

Eh sì, le  canzoni tabù sono davvero una brutta storia. Soprattutto perché la maggior parte delle volte  le sparano in radio quando meno te l’aspetti e tu puntualmente rischi di fare un incidente in macchina, nel tentativo di cambiare stazione. Il vero guaio però è quando tabù diventano le tue canzoni preferite. Io ad esempio ho passato tre anni senza poter ascoltare  Stop crying your heart out , perchè è stata la colonna sonora del mio tormentatissimo primo bacio.

Soluzioni?

Ascoltare Gigi D’Alessio a random. Così anche se la prossima storia dovesse finire male, potrete continuare ad ascoltare la musica che preferite in santa pace. E poi le canzoni di Gigi – si sa – portano fortuna: quanti amori nascono così…

non lo direste mai!

G.

Giorgia Sandoni Bellucci
4 Comments
  • Complimenti per i tuoi gusti musicali. I miei sono più orientati verso il soul degli anni 70 e 80. Di quel periodo ricordo con piacere:

    Average White Band – Let’s go round again
    The Brothers Johnson – Stomp!
    The Commodores – Lady (you bring me up)
    Dan Hartman – Relight my fire
    Delegation – You and I
    Dynasty – Here I am
    George Duke – Shine on
    Odyssey – Going back to my roots
    Sharon Redd – Can you handle it?
    Skyy – Here’s to you
    Tavares – Heaven must be missing an angel
    Teena Marie – I need your lovin’

    Ascoltale: mi ringrazierai. : )

    Agosto 10, 2014 at 4:17 pm
    • Grazie! Sarà fatto 🙂

      Agosto 11, 2014 at 3:21 pm
      • Se ti va, poi fammi sapere come hai trovato le canzoni, quale ti é piaciuta di più eccetera. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertele fatte scoprire é già una grande soddisfazione. Grazie a te per la risposta! : )

        Agosto 11, 2014 at 7:52 pm
  • Zeki
    Rispondi

    Giorgina per quel che riguarda me e te basta dire “‘cause you’re a sky” “‘cause a sky full of stars” e ci siamo più che capiti, o no vecchiona???
    Ma pensando a te e quello che hai scritto mi sento di dedicarti: DICE – FINLEY QUAYE, WILLIAM ORBIT, sperando che ti faccia fantasticare un pò!!!

    “I was crying over you
    I am smiling I think if you …”

    Novembre 6, 2014 at 3:26 pm

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